Gli Scroccafusi: il dolce di Carnevale marchigiano per eccellenza

Gli Scroccafusi: il dolce di Carnevale marchigiano per eccellenza

Il martedì che conclude le festività legate al Carnevale si chiama Martedì grasso perché era abitudine consumare in questo giorno gli ultimi cibi gustosi e succulenti rimasti in dispensa come i dolci tipici del periodo e che variano da regione a regione.

Il Carnevale è una celebrazione che ha origini antichissime, seppure ancora dibattute, a partire dalla parola che designa la festività. Per i più, il termine “Carnevale” trova il suo significato nella locuzione latina “carnem levare”, ovvero “privarsi della carne”, con un chiaro riferimento al periodo che precede la Quaresima, quello che prevede l’astensione dall’assunzione di cibi a base di carne. La data del Carnevale, infatti, non è mai fissa e il termine dei festeggiamenti, il Mercoledì delle Ceneri, che viene subito dopo il Martedì Grasso, segna, appunto, l’inizio di un periodo molto più dedicato alla spiritualità e alla mancanza di eccessi e di abbondanza e che culmina proprio con la Pasqua.

Il Carnevale, d’altro canto, è proprio la festività degli eccessi. Maschere, scherzi, parate trionfali, coriandoli e “grasse” abbuffate, soprattutto a base di dolci. Fatti con ingredienti molto semplici, come zucchero, uova, farina e miele, i dolci di Carnevale sono soprattutto fritti, perché le abbuffate devono essere per tutti e la frittura è un tipo di cottura che ben si adatta alle grandi quantità e alle preparazioni meno elaborate, più “popolari”. Come già detto, ogni regione ha le sue ricette, ma nelle Marche la varietà è davvero incredibile.

Non c’è dubbio che gli Scroccafusi siano originari dell’entroterra marchigiano e, più precisamente, del maceratese. Poche perplessità anche sull’origine del nome, che deriva dallo “scrocchiare” di questi dolcetti tipici sotto i denti al momento dell’assaggio. Si tratta di palline di pasta che vengono prima lessate, poi fatte riposare e fritte, spolverate di zucchero e bagnate nell’alchermes. Secondo un’antica superstizione, nella cucina dove si preparano gli Scroccafusi non devono entrare estranei, pena la buona riuscita della ricetta.

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