Un legume di cui pochi sanno l’esistenza. Le nostre nonne, quelle delle Marche e dell’Umbria soprattutto, erano lì a sbaccellare roveja – roveglia, roveggia, rubiglio, pisello dei campi, corbello… – e a cucinare odorose zuppe calde. Poi il tempo l’ha messa in un cassetto, per motivi soprattutto legati a ritorni economici e alle faticose modalità di coltivazione. Ma cos’è nello specifico la roveja? E perché vale la pena rispolverarne qualche ricetta?
Simile al pisello ma con un baccello che, dapprima di colore verde, con la maturazione prende i toni del viola scuro, il legume fresco è verde, con tonalità di grigio, e si raccoglie tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. È di colore marrone, invece, quando è essiccato e in questo caso è disponibile tutto l’anno.
Dal 2006 la roveja è presidio Slow Food, che coinvolge quattro piccoli produttori di Civita di Cascia e si propone di diffondere la conoscenza di questo legume e “coinvolgere altri coltivatori che al momento producono solo per autoconsumo”.
In tempi antichi la roveja era coltivata su tutta la dorsale appenninica umbro-marchigiana, dall’Altopiano di Colfiorito al Gran Sasso passando per Cascia e Castelluccio, ma era soprattutto sulle alte cime dei Monti Sibillini che si trovavano campi sterminati. La roveja è infatti resistente proprio alle basse temperature, si coltiva in primavera-estate e non ha bisogno di molta acqua.
Cresce anche spontaneamente lungo e per questo alcuni ricercatori sostengono che si tratti di un progenitore del pisello comune. Atri, invece, sono del parere che sia una vera e propria specie (Pisum arvense) diversa da quella del pisello (Pisum sativum). Sta di fatto che la classificazione botanica non è ancora stata definita.
Proprietà della roveja
La roveja è molto proteica e, come tutti i legumi, vanta un alto contenuto di carboidrati, fosforo, potassio e pochissimi grassi.
Come legume fresco contiene il 7% di proteine e fornisce circa 75 calorie ogni 100 grammi. Mentre, da secco, arriva al 21% di proteine e a 300 calorie ogni 100 grammi, valori abbinati anche a un elevato contenuto di carboidrati che arrivano al 50%. È ricca anche di fibre e vitamina B1.
La roveja in cucina, ricette tradizionali
Zuppe, minestre, secondi piatti e una particolare farina. Un sapore rustico e intenso caratterizza la roveja in cucina, dove ci si può sbizzarrire e assaporare quei gusti antichi di cose buone e genuine.
In ogni caso, ricordatevi che la roveja va tenuta in ammollo per circa 12 ore, poi la si deve lessare per circa 30/40 minuti (o in pentola a pressione per 8/10 minuti).
Nelle zuppe, in genere, è buonissima da sola, ma spesso viene mescolata al farro o ad altri legumi, come fave e cicerchie.
Preparate un soffritto di aglio, cipolla e prezzemolo, poi aggiungete una passata di pomodoro e la roveja già lessata, che andrà così cotta per qualche altro minuto. Alla zuppa è ottimo aggiungere anche altri legumi e cereali, ma anche patate, carote o sedano (fonte). In più, la roveja si abbina benissimo alle nostre erbe spontanee come borragine e tarassaco.